In Bici nell'Appennino Tosco-Romagnolo: itinerario+alimentazione
Vera Tirassa - Biologo Nutrizionista Forlì - Cesena - Calisese
Nutrizionista
8656
post-template-default,single,single-post,postid-8656,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-3.0,wpb-js-composer js-comp-ver-4.10,vc_responsive
 

Blog

In Bici nell'Appennino Tosco-Romagnolo

In Bici nell’Appennino Tosco-Romagnolo

  |   Articoli

 

 

 

Cosa c’è di meglio per evadere dalla routine quotidiana? Prendere la bici e partire. Unire vacanze e attività fisica è una cosa di cui io e Marco andiamo veramente matti. Raggiungere la destinazione, stanchi e soddisfatti per poi rifocillarsi con gusto e godersi il riposo come mai fatto prima. Godere di panorami unici che rigenerano gli occhi dopo ore e ore di monitor. Qualcuno potrebbe dire: “ma i giorni di ferie sono fatti per riposare” ma io penso che il riposo migliore sta proprio nel fare qualcosa di diverso dal solito (cit. Fabio). Il cicloturismo secondo me rappresenta il miglior modo di poter scoprire paesaggi, molto più scorrevole dello spostamento a piedi, ma molto più esplorativo e capillare di quello in macchina. E in fondo si potrebbe definire un vero e proprio stile di vita, all’insegna del benessere fisico e mentale.

Prima di partire Marco ha studiato le tappe e l’itinerario in maniera maniacale, considerando i dislivelli e lo sforzo in base al nostro livello di allenamento. L’itinerario rappresenta un segmento dell’Alta Via dei Parchi per bici (MTB) che verrà inaugurata a settembre. Ma noi non potevamo proprio aspettare.  Abbiamo fatto principalmente affidamento alle indicazioni di Sandro Bassi che nel suo libro “Pedalando nel Parco” illustra molti itinerari per mountain bike all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterone e Campigna, tra cui la Transparco da cui abbiamo preso spunto.

Prima di partire ci dividiamo i compiti. Marco controlla le bici, la pressione delle camere d’aria, il cambio e i freni. A me tocca ovviamente la gestione delle razioni alimentari.  Ormai so bene quali alimenti scegliere ma in realtà è una cosa molto soggettiva. Ad esempio Marco si butta più sul dolce e gradisce cioccolato con frutta secca, succhi, wafer, biscotti, crostatine, frutta essiccata o puree di frutta.

Io invece devo stare molto attenta a quello che mangio prima di faticare sia per colazione che come break tra una pedalata e l’altra. Infatti, se lo stomaco è troppo pieno ci si potrebbe sentire male. Sia l’intestino che il muscolo richiedono sangue per il trasporto dei nutrienti. Quando si fa uno sforzo intenso, il sangue lascia il tratto digerente per dirigersi verso i muscoli per rifornirli dell’ossigeno di cui hanno bisogno. Questo processo rallenta la digestione e ciò potrebbe causare nausea o addirittura vomito! Inoltre per lo sportivo è importante sapere che alcuni alimenti saziano nel mondo giusto senza appesantire come ad esempio le banane essiccate e i datteri. La nostra purea di frutta preferita (la frutta ingombra e si ammacca) è “le fruttine” ananas e papaya. Ti danno un botto d’energia! Spesso, dopo diverse ore sui pedali aumenta anche la voglia del ghiotto (zuccheri semplici). Le gallette con il cioccolato sono una delle nostre scelte anche se ho notato che è importante fare una lunga sosta per digerirle. Anche le barrette fanno comodo. Compatte ed energetiche. E’ sempre molto importante leggere l’etichetta per capire se sono ricche di carboidrati, grassi o addirittura di proteine. I nutrienti determineranno più o meno lunghi tempi digestivi.

 

 

A pranzo mangiamo al massimo un piccolo panino (40-50 g) con prosciutto cotto e qualche volta formaggio. Il pasto principale quindi diventa la cena.

Comunque quando siamo al limite, la goduria massima e mangiare datteri con noci. Personalmente capisco che sono in carenza di energia quando inizio a sognare patate ad occhi aperti, di ogni forma e tipologia (:

 

Ricorda che il corpo sa esattamente quello di cui hai bisogno. E naturalmente non può volere qualcosa che non gli hai mai dato. Lui è tarato sugli alimenti che gli fornisci. Proprio per questo è importante variare gli alimenti, capire e provare quali sono più adatti durante quale sforzo. Non sottovalutare i messaggi che ti trasmette il corpo.

Gli sportivi agonisti hanno meno scelta perché principalmente hanno bisogno di zuccheri. Il cicloturista, per definizione, preferisce godersi l’esperienza del viaggio e con questo anche gli alimenti che offre il posto. Questo non è assolutamente un problema, l’importante è sapere che cibi diversi influenzano il corpo in modo diverso. 

Quanto tempo necessita la digestione?
Per sfruttare l’energia necessaria è importante sapere che occorre del tempo per trasformare gli alimenti in energia.
Occorrono circa 60 minuti per i carboidrati, 90-120 per le proteine, 3 ore per i grassi prima di essere convertiti in energia. Più digeribile è l’alimento e più immediato è il suo utilizzo. Infatti, gli sportivi agonisti assumono maltodestrine, fruttosio e altri zuccheri a rilascio diversificato proprio per non rimanere mai senza carburante. Il cicloturista non ha fretta per questo il rifornimento può essere fatto con calma. Una preparazione alimentare non si fa mai solo immediatamente prima e durante ma coincide con i principi della giusta ed equilibrata dieta quotidiana.

A dire il vero il rifornimento più importante per il vostro corpo è rappresentato dall’acqua e dai sali minerali. Durante la pedalata è fondamentale bere ad intervalli regolari, circa ogni 15-20 minuti, in modo da non andare in deficit idrico.

Ma ora torniamo al nostro itinerario. Dunque carichi, ma non troppo, siamo partiti dopo aver lasciato una delle nostre macchine a Badia Prataglia e con l’altra siamo andati a Lago di Ponte, a Tredozio.

Sulle immagini sottostanti potete vedere l’altimetria del percorso. I chilometri, 75 potrebbero far pensare ad un percorso molto snello però vi posso assicurare che ci sono diverse salite impegnative e tratti a spinta. Ed è proprio in quei momenti che capisci quanto è importante viaggiare leggeri. Spingere 13 chili in una posizione abbastanza scomoda mi ha fatto sognare abbastanza spesso delle belle patate appena sfornate. Le giornate trascorrevano senza fretta, godendoci il panorama, sonnecchiando di tanto in tanto sotto gli alberi nel totale silenzio della natura e sfruttando l’acqua dei fiumi per rinfrescarci.

Il primo pernottamento è stato all’Eremo dei Toschi, a Castagno d’Andrea, dove abbiamo trovato un’atmosfera unica. Cibo casereccio delizioso ottima compagnia e buon vino toscano. Proprio lì abbiamo conosciuto un pellegrino MTB che ci ha accompagnati nel nostro percorso. Fabio, una simpaticissima guida MTB del CAI di Bologna, intento a percorrere il cammino di S. Antonio da Bologna a Rieti. Persone come lui sono una vera e propria ispirazione.

La seconda notte invece l’abbiamo trascorsa al rifugio CAI Città di Forlì, dove la fortuna ha voluto che ci mettessero nell’unica camera con vista mare.

 

Primo giorno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo giorno…

 

Terzo giorno…

 

 

E così il giro si è concluso con la piadina più buona mai mangiata, verdure (saporite e non troppo unte), cipolla alla piastra e mozzarella. La piadineria Mickey Mouse, posto consigliatissimo ad Acquapartita (Bagno di Romagna), stavolta andando in macchina però.

 

 

Conclusioni del giro? Queste esperienze sono da fare più spesso, poca spesa e tanta resa!