Vitamina D
Per vitamina D si intende un complesso di vitamine liposolubili costituito da: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nella quale si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e vitamina D3 (colecalciferolo).
La vera fonte di vitamina D è il sole (90%) che, irradiando la nostra pelle, stimola una reazione chimica che porta alla sua formazione. Il tutto grazie al colesterolo!
Alcuni dei pochissimi cibi che contengono vitamina D sono: pesci grassi (olio di fegato di merluzzo, salmone, sardine), rosso d’uovo, funghi shiitake freschi e prodotti arricchiti (es. latte vegetale e vaccino arricchito).
Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di origine vegetale. Quindi sebbene una quota di vitamina D possa essere prodotta dall’organismo in seguito all’esposizione alla luce solare, un’altra parte viene assunta con il consumo di alimenti di origine animale o vegetale. La vitamina D ingerita viene assorbita con i grassi attraverso le pareti intestinali con l’aiuto della bile.
La vitamina D mantiene stabili i livelli di calcio e fosforo nel sangue stimolando l’assorbimento nel tratto gastrointestinale, mettendo in circolo il calcio e il fosforo delle ossa e stimolandone la ritenzione da parte dei reni. E’ nota inoltre la capacita della vitamina D di modulare l’attivita del sistema immunitario. Forti carenze di vitamina D determinano numerose patologie tra cui rachitismo, osteoporosi ma anche patologie cardiovascolari, obesità, diabete, asma e neoplasie.
Per garantire l’apporto sufficiente di vitamina D, che difficilmente può essere garantito in una dieta onnivora o vegetariana/vegana spesso sono necessari integratori particolarmente nel periodo invernale. L’integrazione non deve essere mai preso a caso, ma solo se dalle analisi del sangue risulta presente una ipovitaminosi o carenza.
Solo i raggi ultravioletti della gamma “B” (raggi UVB comprese tra 290 e 315 nm) riescono a stimolare la produzione cutanea di vitamina D. In autunno e inverno, il sole è troppo debole per permettere la produzione di vitamina D alle nostre latitudini. La produzione e l’accumulo avviene solo nei mesi estivi negli orari centrali. Nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l’accumulo, così che la si possa avere a disposizione anche durante il periodo invernale. Nonostante ciò è stato osservato che sempre più persone, non solo anziane, hanno vere e proprie carenze di Vitamina D.
Infatti l’assorbimento tramite la pelle spesso è limitato da tanti fattori:
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La capacità della pelle di sintetizzare vitamina D diminuisce con l’età
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Cute esposta al sole
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Tempo di irradiazione. Persone con fototipo da 1 a 3 (pelle chiarissima o chiara) possono bastare 10 minuti, a quelli con fototipo 4 e 5 (pelle scura e olivastra) possono servire anche più di 20 minuti. Invece, le persone con la pelle scura raggiungeranno in 3 ore lo stesso grado di sintesi che una persona con la pelle chiara raggiunge in 30 minuti, quindi il tempo di esposizione deve essere adattato alla pigmentazione della pelle
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Creme, creme protettive (possono ridurre del 97% la sintesi cutanea di vitamina D)
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I solarium sono una fonte di vitamina D estremamente sconsigliabile. Pur potendo contribuire alla sintesi di vitamina D, i solarium con radiazioni UVB emettono anche enormi quantità di radiazioni UVA, che non contribuiscono all’apporto di vitamina D, ma provocano l’invecchiamento precoce e probabilmente anche tumori della pelle. Le radiazioni UVB non penetrano il vetro, per cui l’esposizione al sole tramite una finestra non è funzionale alla sintesi di vitamina D.
Per maggiori informazioni, ecco un articolo scientifico per approfondire l’argomentato.